Anthony Bourdain
Ritratto di uno chef dissacrante, ironico e sfacciatamente onesto

Non fraintendetemi: io amo il mondo della ristorazione. Diavolo, ne faccio ancora parte – sono chef da una vita, addestrato secondo i canoni della tradizione classica, e nel giro di un’ora starò probabilmente rosolando le ossa per la demi-glace e facendo a pezzi filetti di manzo in una scalcagnata cucina a sud di Park Avenue.
Inizia così uno dei suoi libri di maggior successo, Kitchen Confidential, un resoconto a tratti divertente, a tratti agghiacciante di cosa succede realmente nelle cucine dei ristoranti di New York.
Chi è Anthony Bourdain?

Se non lo hai mai nemmeno sentito nominare, Anthony Bourdain è un cuoco e scrittore statunitense che ha lavorato in famosi ristoranti di New York, firmato numerosi articoli su diversi quotidiani, come il New York Times, The Independent e The New Yorker, pubblicato svariati libri, (tutti bellissimi e che se vuoi puoi vedere qua) e sdoganato il turismo culinario grazie a serie televisive come No reservation The layover o Parts Unknown, solo per citarne alcune.
Ma partiamo dal principio. Prima dei Gordon Ramsay e dei Carlo Cracco di turno, c’era lui, Anthony Bourdain (nato a New York il 25 giugno 1956) che non è sicuramente uno di primo pelo, e oggi, all’età di 61 anni sembra già aver vissuto sette vite.
Tralascerò i dettagli della sua carriera da chef e del suo passato non proprio da boy scout, perché se ti interessa la sua biografia, qua trovi un resoconto dettagliato, dagli anni di studio al Vassar College e al Culinary Institute of America, fino al suo approdo nell’eden degli chef riconosciuti a livello mondiale quando è diventato executive chef al ristorante Brasserie Les Halles di New York (e se ti interessa vederlo, ho realizzato questo video della serie del viaggio a New York in cui si vede).
Quello che è veramente interessante è il suo punto di vista sul mondo. Diverso da tutti, graffiante, trasgressivo e diretto, riesce a raccontare come nessun altro che sapore ha il cibo e il mondo nascosto dietro le belle facciate dei ristoranti, le persone che ogni giorno si dedicano a questo lavoro, lavorando in spazi angusti, tra pentole stracolme di liquidi bollenti e coltelli.



La “prima volta” di Anthony Bourdain
La sua “prima volta”, ciò che lo ha consacrato come uno dei migliori scrittori di cibo, avventure e cucina, è stato un articolo pubblicato il 19 aprile del 1999 sul The New Yorker. Il titolo recitava “Don’t Eat Before Reading This”, ossia “Non mangiare prima di aver letto questo” e in quell’articolo Bourdain dava, tra le atre cose, dei consigli agli avventori dei ristoranti di New York su quando è meglio andare al ristorante e cosa è bene ordinare e cosa no, onde evitare di incorrere nella rabbia e nella frustrazione del cuoco che, dopotutto è colui che prepara il tuo cibo.
Quell’articolo attirò l’attenzione dei media e mise le basi per tutta la sua successiva carriera, come cuoco, come scrittore e come conduttore di serie televisive.
Il giro del mondo
Per realizzare le serie televisive “No reservation”, “The layover” e la più recente “Parts Unknown”, Bourdain, con il suo aspetto un po’ stropicciato e il sorriso sghembo, ha girato il mondo due volte e si è lanciato da aerei in volo, è andato per catacombe in una Parigi notturna, è salito su barchette traballanti per attraversare la foresta pluviale e festeggiare con tribù indigene, tra liquori allucinogeni e banchetti a base di insetti. Ha mangiato cuore di cobra a Ho Chi Minh City, occhi di foca in Quebec, squalo fermentato in Islanda, Noodles in Vietnam con Obama, salsicce in una Haiti devastata assieme a Sean Penn e granchi giganti a Miami con Iggy Pop.





Inutile dire poi che nei suoi libri si è inventato un modo narrativo totalmente nuovo, in grado di unire cibo di strada e cucine da stelle michelin, raccontando in maniera sincera, ironica e alle volte anche caustica, il cibo del mondo e il mondo del cibo.
Una vita dedicata al cibo e alle persone che lo cucinano, alla costante ricerca di nuovi sapori e avventure entusiasmanti. Per questo, secondo me, Bourdain non è solo uno chef o uno scrittore, ma una fonte di inesauribile ispirazione, perché per scoprire cose nuove è necessario armarsi di coraggio e non lasciarsi spaventare da nulla, perché come dice lui, “Il vostro corpo non è un tempio, è un parco divertimenti. Godetevi la corsa.”
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