I superfood esistono davvero?
I cosiddetti super alimenti, tra marketing e mode alimentari

Era inevitabile arrivare a questo punto, da qualche anno siamo sommersi dai superfood, super alimenti che (dice qualcuno) ci renderanno super-sani, super-attivi, super-fighi, super-qualcos’altro. Ma cosa sarebbero in pratica questi Superfood che cercano di venderci ad ogni piè sospinto? Di norma si intendono superfood quegli alimenti (di solito di origine vegetale) che contengono tutta una serie di nutrienti che li renderebbero più salutari rispetto ad altri alimenti. Ma la verità è che non esiste una definizione scientifica di superfood. Perché? Perché non esistono. Mettiti l’anima in pace.
Come non ricordare la Curcuma, ad esempio. Da molti elevata a spezia miracolosa, come ricordo nell’articolo sulla Curcuma, dopo studi approfonditi si è poi scoperto che non cura un bel niente.
Ecco quindi più nel dettaglio alcuni di questi cosiddetti superfood
Limoni

Tra gli insospettabili superfood c’è lui, il succo di limone. Viene spacciato come un alimento altamente detossinante, in grado di alcalinizzare, astringere o bruciare i grassi. Nulla di tutto questo, mi spiace. Il limone non astringe, se non la bocca quando lo mangi. Si, il limone contiene un po’ di vitamina C, ma ad esempio, peperoni e peperoncini ne contengono molta di più. Quindi, cosa fanno acqua calda e limone tutte le mattine? Esatto, un bel niente! Anzi, a dirla tutta, sono d’accordo con Dario Bressanini, fanno solo un po’ schifo (a questo proposito, se vuoi puoi vedere il suo video sui benefici del limone). Personalmente continuerò a consumare il limone come piace a me, ossia come ingrediente (più o meno marginale) di buonissime ricette al limone.
Bacche di Goji (disidratate)

Sono vendute quasi a peso d’oro e apprezzate dagli sportivi per le loro qualità energetiche (356 kcal per 100 g). Capirai, tutta la frutta disidratata è calorica ed energetica. Queste benedette bacche di Goji sono state a lungo innalzate a superfood per via di alcune presunte utilità nella lotta ai tumori. La realtà però è ben diversa, non ci sono prove scientifiche che ne attestino maggiori benefici rispetto ad altri frutti, e oltre a questo, le ricerche sono state sporadiche e comunque sempre eseguite in laboratorio su animali, somministrando quantità improponibili in una dieta alimentare normale e bilanciata. Che poi io, come sapore preferisco la cara vecchia uvetta secca alle bacche di goji. Se le vuoi provare in una ricetta davvero poco superfood, ecco il mio Ciambellone al rum e bacche di goji.
Semi di Chia

Forse qualcuno ha messo a dimora troppi piantini di salvia Hispanica e per far fuori tutti i semini, non c’era altro modo che venderli come miracolosi. E in molti, compresa me, sono finiti nel tunnel della Chia per un po’ di tempo, a suon di Chia pudding. Sono considerati un superfood per via dell’alto contenuto di grassi omega3, ben otto volte in più del salmone, caspita! Tuttavia, gli omega-3 contenuti dei semi di Chia sono diversi da quelli del pesce, e il corpo li assimila in modo inefficiente, che tradotto, significa che in realtà se ne assorbe di meno (circa 1,8 g per 100 g di Chia, rispetto ai 2,3 g assimilati mangiando salmone). Oltretutto 100 g di semi di Chia contengono 486 Kcal (contro le 208 Kcal del salmone) quasi come un Big Mac.
Avocado

Oramai è come il prezzemolo: avocado dappertutto (non che a me non piaccia, ma per dovere di cronaca, lo mangio solo perché mi piace) con la scusa che fa bene al cuore perché è ricco di acidi grassi sani, che però diciamocelo, si possono trovare anche nel pesce, nell’olio extravergine di oliva e nella frutta secca, solo che per assumerne una quantità in grado di apportare dei benefici anche minimi, bisognerebbe mangiarne troppo e dato che 100 g di avocado regalano 240 Kcal, questa fantomatica “cura del cuore” porterà a un’inevitabile aumento di peso (e quindi a un maggior rischio di malattie cardiache). Un serpente che si mangia la coda, in pratica. Se ti piace l’avocado, mangialo, ma per il gusto di mangiarlo, non perché faccia bene. E se vuoi, qua puoi vedere tutte le mie ricette con l’avocado.
Cavolo riccio

L’esempio più lampante di popolarità data dal Marketing. Considerato un superfood (ma perché?), il cavolo riccio non è migliore, o peggiore degli altri cavoli. I cavoli in generale, come tutte le altre verdure, contengono sostanze essenziali e nutrimenti utili al nostro corpo, ma non significa che mangiarne più del necessario faccia bene. Sarebbe come cercare di far andare una macchina più veloce mettendo più benzina. Non sta in piedi.
Quinoa

La favola della Quinoa ha incantato molti, descritta come uno dei cibi più salutari della terra. Sarà perché è priva di glutine? Mah. La verità è che si tratta di un seme alquanto normale (ti ricordo che non è un cereale, ma il seme di una pianta della famiglia degli spinaci), il cui apporto calorico è anche abbastanza elevato: circa 360 Kcal ogni 100 g. A questo punto preferisco mangiarmi un piatto di spaghetti. Oltretutto la corsa alla quinoa, nei paesi di origine (bolivia, perù e in generale sulle Ande), ha alterato molto gli equilibri naturali e sociali di questi paesi. Prima la quinoa si coltivava esclusivamente sui pendii, mentre nelle piane erbose venivano allevati i lama e gli alpaca. Oggi, data la massiva richiesta della quinoa, per massimizzare la resa, gli allevamenti sono per lo più spariti o confinati sui nelle zone collinari in modo da far spazio alle colture. Insomma, come per le fate, ogni volta che qualcuno mangia un piatto di quinoa, un alpaca scompare (è una battuta ovviamente, ma rende l’idea). E se invece degli alpaca non te ne può fregare di meno e ami la quinoa oltre ogni limite, puoi seguire le mie ricette a base di quinoa.
Alghe

Da un po’ di tempo le alghe sono entrate nella top ten dei cosiddetti superfood, grazie al loro significativo contenuto di vitamina B12, che promette a schiere di vegani e vegetariani di poter fare a meno della carne. Peccato che svariati studi hanno dimostrato che la vitamina B12 contenuta nelle alghe azzurre e verdi, come ad esempio la spirulina e la klamath, non risulta essere biodisponibile nell’uomo e quindi gli integratori alimentari a base di queste alghe non sono efficaci come fonte di vitamina B12. Beh ma le alghe contengono anche molti sali minerali come calcio, potassio, fosforo, magnesio, zinco, rame e ferro, ne bastano solo 10 g per coprire tra il 64% e il 200% del fabbisogno giornaliero di un bambino (in età compresa tra i 6 mesi e i 3 anni). Già, peccato di nuovo, perché questo fabbisogno potrebbe essere coperto anche con circa 38 g di cereali integrali. Personalmente, mangio alghe solo se sono ben farcite di riso e pesce crudo in abbondanza.
Germogli

I germogli sono un’altra di quelle cose senza senso, vengono definiti una miniera di nutrienti ed enzimi che fanno digerire meglio. Enzimi, ecco la parolina magica: gli enzimi contenuti nei germogli (così come in moltissimi altri alimenti), non ci servono a un piffero. Se anche superassero indenni la barriera di acidi gastrici che abbiamo nello stomaco (e comunque non la passano), non servono a niente, perché noi i nostri enzimi li abbiamo già dentro, ci bastano e ci avanzano.
Ecco, tutto questo è solo per dire che, dopotutto, è la somma che fa il totale, come spiega il Biologo Gabriele Bernardini (e ti consiglio davvero di andare a dare un’occhiata al suo sito) non basta mangiare tanti cibi buoni o cosiddetti buoni per ottenere un’alimentazione sana, così come non è detto che mangiare cibi cattivi porti a un’alimentanzione malsana. Con questo non voglio dire che mangiare cibo spazzatura faccia bene, ma se ogni tanto capita, non succede niente, non ti ammalerai per aver mangiato un maritozzo con la panna o se la mattina ti fai un cappuccino zuccherato al posto del latte di soia. Tutto dipende dallo stile di vita, l’alimentazione è un equilibrio e non esistono cibi assolutamente cattivi o cibi assolutamente buoni, alimenti che fanno ingrassare e basta e alimenti che fanno dimagrire (soprattutto quelli non esistono). Alla fine è sempre una questione di dosi e di equilibrio. Anche l’acqua, se consumata in dosi eccessive può risultare fatale.
Quindi la prossima volta che ti capiterà l’ennesima pubblicità markettara che ti consiglia di acquistare e ingurgitare semi miracolosi o beveroni dotati solo del sapore del disgusto, ti ricorderai di queste parole e magari ci penserai due volte, prima di spendere i tuoi soldi. Lo so, questa sembra quasi un’operazione modello “movimento per la liberazione dei nani da giardino”, ma sono convinta che sapere è potere e comunque sapere non fa mai male, in ogni caso.
E dato che ci sono, ecco le mie ricette poco superfood, ma superbuone
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